Cerca nel blog

giovedì 14 novembre 2019

Fran Bobadilla

INTERPOLAZIONI 
fondazione Sensus, Firenze 2019

documentación e e testi di Paola Vidari Conen







Così seducenti al primo sguardo i lavori di FB sono più complessi di come appaiono. Senza dubbio essi partono dall'analisi della realtà, in particolare di alcuni fenomeni legati ad essa – luci e ombre, prospettive impossibili, bizzarrie della visione – in generale soggetti semplici, addirittura minimi ma condotti fuori da tutte le regole. Pare che la pittura sia posata in uno stato di sonnambulismo che reinventa la realtà tanto da rendere diffcile stabilire se si tratti di un'esperienza personale o immaginata. FB infatti parte da un'analisi quasi scientifca della realtà e senza prendere una direzione realistica vira su una cifra onirica molto particolare che si va componendo sulla tela, mano a mano che le immagini vengono costruite, prima abbozzate e dopo un lungo lavoro, fnalmente terminate.
Il lavoro si dipana lentamente e con l'intervento di molte mediazioni. Il tempo è un aspetto centrale nella pratica pittorica di FB. Ci può volere molto prima che decida che un lavoro sia fnito, completo, che il processo sia arrivato alla conclusione. Le opere incompiute giacciono in studio aspettando che l'artista torni, le riprenda, le stravolga, le fnisca. La materia dei lavori così segnata dal tempo si stratifca, resa tale da molteplici stesure, trame, sovrapposizioni.
I suoi quadri sono dipinti in una maniera densa e senza riserve, come se si trattasse di puzzle nei quali tutti gli elementi sono costruiti in modo molto omogeneo, ma può capitare che sentendosi limitato da questo modo di procedere “a coprire”, cerchi allora di semplifcare, di fuidifcare la pittura fno a negarla.
Benché siano immagini senz'altro fgurative i dipinti di FB vanno verso l'astrazione. Il soggetto dell'opera, che nasce da una rilettura intima e personale dei fenomeni naturali legati alla visione, 
diventa in realtà pretesto per catturare l'attenzione di chi guarda, per posarla sull'opera. I dipinti evocano e suggeriscono più che raccontare, sono aperti all'immaginazione e aprono un confronto con l'esperienza personale di ciascuno. Non cercano di dire ma mostrano semplicemente cosa sono. Queste opere provocano reminiscenze stranamente famigliari e richiamano memorie e suggestioni, lasciandoci inconsapevoli rispetto a ciò che fa scattare questo processo e per contro – proprio grazie a questo smarrimento – attratti e affascinati.




Nessun commento:

Posta un commento